Il Museo Umberto Nobile Di Lauro, sito al piano terra di Palazzo Pignatelli, è composto di cinque sale tematiche e di un Archivio documentale.
Il Museo Umberto Nobile di Lauro nasce nel settembre 1988 con lo scopo di ricordare le storiche imprese di un illustre cittadino, Umberto Nobile.
La sua figura è molto nota a livello locale e fino a oltre i confini nazionali, in quanto fu ingegnere, costruttore e comandante di aeronavi, nonché esploratore polare. Uno dei grandi protagonisti della storia del volo umano.
Il primo nucleo di cimeli delle Spedizioni Polari di Umberto Nobile fu donato al Comune di Lauro nell’aprile 1985 dalla Famiglia Nobile.
La mostra fu temporaneamente allestita presso la locale Scuola Media e successivamente, arricchita con altri cimeli e documenti, fu trasferita nell’attuale Museo, inaugurato il 25 settembre 1988, presso il Palazzo Pignatelli.
Umberto Nobile, nacque il 21 gennaio 1885 a Lauro, quinto di sette fratelli, da Vincenzo e da Maria La Torraca (morti rispettivamente nel 1916 e nel 1917), piccoli proprietari terrieri, entrambi originari di Eboli.
Umberto Nobile si inserisce in quella categoria di uomini visionari che hanno studiato e si sono formati durante il periodo in cui il volo era appena nato e per molti restava poco più di una visione.
Fu il primo ad evidenziare le potenzialità del dirigibile per le lunghe esplorazioni. Gli aeroplani erano piccoli e adatti a brevi distanze. Tuttavia, non negò mai la forza di questi mezzi ed, anzi, progettò con Caproni il primo aeroplano interamente metallico.
Fu un precursore anche in campo accademico, professore di costruzioni aeronautiche – in quella che fu un embrione di un facoltà di ingegneria aeronautica – autore di pubblicazioni e volumi.
I fatti gli diedero ragione. Il più grande esploratore polare di sempre, Roald Amundsen, fu attratto dalle teorie di Umberto Nobile e si rivolse a lui per un’idea folle e innovativa: conquistare finalmente il polo nord.
Non con i cani da slitta e nemmeno con gli idrovolanti, ma proprio con un aeronave solida e versatile come quelle progettate da Nobile.
Erano gli ultimi anni delle esplorazioni, quelli in cui si poteva sognare di scoprire ancora qualcosa su questo pianeta quasi del tutto esplorato. E le terre artiche, lontane e sconosciute scatenarono il loro fascino contro quegli uomini che immaginavano un posto nella gloria.
Il dirigibile Norge conquistò il polo nord all’1.30 del 12 maggio del 1926.
La fama appena conquistata dal neo generale faceva gola anche al regime fascista. In più, la spedizione del Norge si trascinò dietro polemiche con Amundsen su chi fosse il maggior titolare del merito della conquista.
Per questi motivi, appena due anni dopo, un secondo dirigibile, l’Italia, orgoglio nazionale era già pronto alla missione.
Stavolta la spedizione era totalmente sotto il controllo di Nobile e portava con sé un obiettivo ancor più ambizioso: far scendere degli uomini nel punto più settentrionale che esista.
L’Italia ebbe il merito di mappare gli ultimi quadranti sconosciuti di questo pianeta. Ma il maltempo non permise la discesa degli esploratori sul polo e funestò il viaggio di ritorno. Quasi giunto alla salvezza, il dirigibile si arrese alla forza degli elementi e si schiantò il pack alle 10.33 del 25 maggio 1928.